Un papà con la barba o un Barbapapà?

17.08.2024


Ci sono stati due uomini nella mia vita che per biologia o caso del destino si sono ritrovati a farmi - a loro modo - da padre.

E di entrambi, se chiudo gli occhi, la prima immagine che ho è una barba grigia, folta ma non lunga, che circonda due labbra socchiuse. Di entrambi sento la voce, più o meno distante nel tempo, un misto di autorità e dolcezza.

Lungi da me fare paragoni - anche perché sarebbe una guerra impari in partenza - ma l'altro giorno, mentre passeggiavo con uno dei due nel bosco, ascoltandolo parlare senza sosta, pensavo che ognuno di noi è quello che è, o meglio, è quello che può....

E che la famiglia è molto più di una semplice struttura sociale: è un'entità fluida, capace di adattarsi alle esigenze e alle circostanze della vita.  



Il valore dei bei ricordi

Potrei riempire pagine e pagine di ricordi complicati che, come nella vita di tutti e tutte, costellano i miei ormai prossimi cinquant'anni.

Ma il bosco, che è un luogo dove la saggezza regna sovrana, mi ha esortata a fare un viaggio in mezzo a quei momenti che fanno della nostra vita un'esperienza unica, che donano emozioni grandi, che riempiono lo spirito e cullano l'anima mentre diventiamo le persone che siamo.

Un panino col salame su un camion di frutta

Avrò avuto otto o nove anni e quel giorno ho accompagnato mio padre nel suo giro di consegne di frutta e verdura in Alto Adige, uno dei pochi lavori che gli ricordo aver eseguito per più di qualche giorno...

Era estate e visto che ero in vacanza da scuola, ne abbiamo approfittato per passare la giornata assieme. Già allora la sensazione di essere in viaggio era per me ossigeno puro, mi ricordo benissimo l'emozione di vedere tutti quei posti caratteristici, quelle persone che parlavano un'altra lingua e l'eccitazione di fermarci e parlare con la gente, scaricando cassette di frutta e verdura coloratissime.

Poi ad un certo punto è arrivata l'ora del pranzo e noi ci eravamo portati dei panini per non perdere troppo tempo, visto il lungo giro di consegne che avevamo da fare.

Sento ancora nel naso il profumo del pane fresco e del salame appena affettato che ci ha letteralmente inondati quando abbiamo aperto i sacchetti. Mio padre beveva l'immancabile "Forst" e io la mia acqua gasata. Senza che me ne vogliano i cultori più esperti, oggi posso dire senza dubbio che ci sono tantissime birre, ma solo lei è LA birra per me. 

Credo che la vita abbia davvero significato solo se "sentiamo" le cose, e quando le mie labbra incontrano una Forst, gli occhi si chiudono istintivamente e io mi ritrovo sempre immersa nei paesini dell'Alto Adige, seduta su un sedile di un camion, accanto all'uomo che mi ha dato la vita (pur complicandomela non poco, ma senza volerlo davvero), e mi ritrovo in pace.

Poi è arrivato il "Guglielmino"

A dieci anni c'è stata poi la rivoluzione... sono passata da mangiare pane di segale, gurken, speck, riso lesso e puntine inumidite nel "Maggi" (vi avviso, se non lo conoscete la vostra vita non è completa), a deliziarmi di tutto ciò che la cucina partenopea può offrire di libidinoso: pizze fatte in casa, melanzane alla parmigiana, crocché di patate, pasta al pomodoro (quello vero, fatto cuocere a fuoco lento per ore, non quello dei trentini...) e chi più ne ha più ne metta.

Ma c'è un libro che mi ricordo in modo folgorante... non mi sovviene in realtà il motivo per cui, un uomo che arriva nella vita di una bambina di dieci anni, le regali il manuale scolastico "Guida al Novecento" di Salvatore Giovanni Guglielmino, uno storico della letteratura, critico letterario e docente italiano.

Mi ricordo però perfettamente della sua copertina rigida, dai colori grigi, con queste forme geometriche in chiaro scuro. Mi ricordo ancora di più le dimensioni e lo spessore importante del libro, le giornate passate assieme a sfogliare le pagine leggendo i testi con annesse parafrasi e commenti degli autori del 900, opere più o meno famose, più o meno noiose, che ci descrivevano mondi possibili, alcuni diversi altri vicini a noi.... un altro modo - oggi lo so - di viaggiare per me.

...

Sto scrivendo tutto ciò in un momento di relax, in un ferragosto da Amarcord, seduta su una sdraio, al  mio fianco sono pronti un buon libro e una bottiglia fresca di Forst... per riprendere a viaggiare tra le pagine della mia vita!

Buon ferragosto e "prosit"!


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