UCT, l'autobus dalle tante fermate
La vita è un viaggio costellato di fermate, ognuna delle quali ci offre l'opportunità di esplorare nuovi orizzonti e crescere interiormente.
Sono passati oltre due anni da quando sono salita sull'autobus chiamato "UCT - Uomo, città, Territorio" e oggi, mentre premo il tasto "FERMATA" un brivido dolce-amaro mi corre lungo la schiena e l'emozione mi sale nella gola.
Ogni stazione che ho attraversato ha rappresentato un capitolo di conoscenza, un incontro con menti affini e uno spazio per la riflessione.
Per me UCT è stato molto più di un semplice progetto editoriale. È stato un laboratorio di idee, un crocevia di pensieri sui temi che più mi appassionano.
Ogni articolo scritto, ogni confronto con collaboratori e collaboratrici, è stato un tassello che ha contribuito a costruire una visione più ampia e articolata del mondo.
Il valore della resistenza....
In un mondo dove tutto corre veloce, dove l'informazione e la cultura sono al servizio del DIO-tempo, è stato per me confortante vedere che vi sono ancora degli avamposti di resistenza, degli spazi materici (la carta stampata) che dicono in modo simbolico: "IO NON CI STO!"
Questo per me è UCT, una rivista che ha il coraggio di imporsi dei tempi di riflessione e approfondimento su temi che caratterizzano il nostro tempo, la nostra società, dedicando spazio a sguardi e punti di vista diversi.
E' un pò questa la sensazione che mi ha pervasa in questi anni ogni volta che, messa a confronto con il foglio bianco davanti a me e la tastiera che mi guardava curiosa, incominciavo a costruire, lettera dopo lettera, paragrafo dopo paragrafo, le mie argomentazioni sui temi del mese proposti dalla redazione.
Ogni articolo mi ha richiesto riflessione, approfondimento, studio, metodo, analisi... tutti strumenti fondamentali nella cassetta degli attrezzi della vita.
C'è stato spazio anche per alcuni momenti di introspezione, ma sempre cercando di ricordare che non stavo scrivendo per me, e provando sempre la gioia di avere la sensazione di contribuire a qualcosa di più grande e la soddisfazione di vedere le proprie idee prendere forma e influenzare - con molta umiltà - altre menti, stimolandole talvolta a guardare le cose da un punto di vista diverso.
Un viaggio in solitaria, ma sempre in compagnia
Far parte di una redazione non ti fa mai sentire sola: anche quando sei lì - tu e il tuo pezzo del mese soli in una stanza - senti sempre presenti i compagni di viaggio, ognuno con il proprio bagaglio di esperienze e prospettive, persone con cui condividi la passione per la ricerca della verità e il piacere di esplorare l'infinita complessità della vita e del mondo.
Quella presenza la rivivi forte quando ricevi la bozza del numero che sta per uscire, e vedi tra le pagine colorate, le "creature" che prendono corpo tutte assieme, rivedi i volti degli autori e delle autrici tra i titoli degli articoli e quasi senti le loro voci che ti sussurrano all'orecchio i loro pezzi, in attesa che anche tu invii il tuo "VISTO, SI STAMPI".
E' stato molto importante sentire la stima delle persone con cui ho collaborato (tutta ricambiata da parte mia), poter contare su un confronto intellettuale onesto, talvolta ridere e altre volte discutere sui temi via via affrontati.
E poi sentirsi parte di un progetto che va oltre noi...
Ma la cosa che più mi emoziona è pensare di aver fatto parte per un certo tempo - tutto il tempo che ho potuto - di un qualcosa che va oltre noi, che resterà custodito nelle biblioteche, negli archivi della città in cui sono nata e cresciuta e alla quale spero di aver restituito anche solo un pò di quello che mi ha dato.
La filosofia ci insegna che il cambiamento è l'unica costante e che ogni esperienza lascia un segno in noi... e io io posso dire forte:
CHE GENERE di ... segno indelebile!
PS: Grazie a chi mi ha letto (e continuerà come me a leggere UCT), a chi ha creduto in me, a chi continuerà a farlo anche altrove... anche qui... anche in futuro!