"Tu sei la crepa nel mio mondo"

23.07.2024


"Io credo che il giorno in cui sappiamo tutto della nostra vita, è il giorno in cui moriamo", dice Pauline a James, il Mister Morgan (interpretato da Michael Caine) dell'omonimo film scritto e diretto da Sandra Nettelbeck.

Lui è un vedovo solitario, professore di filosofia in pensione, padre autodefinitosi "pessimo" di due figli adulti, che vive - o forse è meglio dire che si lascia vivere - a Parigi in un presente che rifiuta a tal punto da tentare più volte di farla finita.

Ad un tratto arriva Pauline, una giovane donna alla ricerca di relazioni autentiche, di una famiglia possibile, dove contino le emozioni vere... e tutto il mondo cambia.


Non so dove vadano davvero le persone quando ci lasciano, ma so di certo che una volta superato lo shock della perdita e il dolore della mancanza, queste stesse persone riappaiono al nostro fianco sotto altre vesti, assumono altre forme.

Questo è un momento in cui mi sento di pensare al valore di ciò che ci capita, e soprattutto al valore degli incontri che facciamo.

Ho già avuto modo di raccontare come nell'arte giapponese del kintsugi (l'arte di riparare le cose rotte con l'oro per donare loro nuova bellezza e nuova vita), le crepe rappresentino le ferite, le "rotture" che ci capitano nella vita e come le stesse possano essere non solo riparate, ma valorizzate come elemento fondamentale della nostra unicità.

Leonard Coen dice che...

Dal canto suo, Leonard Coen ci dice che "C'è una crepa in ogni cosa, è così che entra la luce."... e trovo davvero poetico pensare che la crepa sia proprio il luogo possibile da cui far entrare nuova linfa nella nostra vita.

Spesso sono proprio le persone che incontriamo che giocano questo ruolo: tutti noi facciamo incontri più o meno programmati, intratteniamo relazioni più o meno fortunate (d'amore, d'amicizia, professionali) che ci obbligano a vedere lati nuovi di noi, che ci aiutano ad aprire dei varchi nelle nostre rigide convinzioni, ad intraprendere sentieri inaspettati nei nostri viaggi lungo la vita. 

E se fossimo noi la crepa di qualcuno?

Vista così, c'è da sentirsi investiti di una certa responsabilità... eppure credo stia proprio nell'ordine naturale delle cose.

Già, perché nella nostra costante ricerca di equilibrio personale, direi che è proprio il caso di arrendersi all'idea che una parte di noi si definisce in relazione agli altri, che condizioniamo - volenti o nolenti - l'immagine che ogni persona intorno a noi ha di sè, anche quella più autoreferenziale e narcisista.

E in questo scambio, mi viene naturale pensare ad una persona che ci ha lasciati proprio in questi giorni, un giovane uomo che è stato per molte persone una crepa rilucente e che continuerà ad esserlo.

Questi sono momenti in cui mi ritrovo a pensare che siamo sempre di corsa ad inseguire cose senza significato, perdendo di vista quello che davvero conta, e provo a nutrirmi di nuova linfa ricordandomi(ci) che (per dirla alla Mister Morgan):

"Non si ama la vita in se stessa, si amano i paesi, le persone, gli animali, i bei ricordi, il cibo, la musica, la letteratura.


 




mararinner - Tutti i diritti riservati 2024
Creato con Webnode Cookies
Crea il tuo sito web gratis!