Mi sono innamorata della cucina vietnamita

28.01.2025


Passano i mesi, ma la passione non cala... è proprio ufficiale: MI SONO INNAMORATA DELLA CUCINA VIETNAMITA!

In altri articoli del blog ho parlato di cucina; una volta ripercorrendo la mia ricetta degli gnocchi di patate che non è solo un piatto buonissimo, ma un modo per portare avanti ricordi, profumi  e tradizioni tramandate da mia madre; un'altra volta passando in rassegna tutti i buoni primi piatti che la nostra meravigliosa cucina italiana ci regala!

Ma oggi, mentre cucino l'ennesima cena a base di riso bollito e verdure stufate, mi ritrovo a cercare online un libro di ricette vietnamite da acquistare per ricordare i tanti piatti che ho assaggiato proprio lì, ad ottobre e mi prende una nostalgia....




Prima di tutto: la bellezza della mise en place

Nella fase dell'innamoramento, ogni amore che si rispetti inebria tutti i sensi, e la cucina vietnamita mi ha innanzitutto stregata per la cura della mise en place che accompagna ogni piatto. 

Adoro le coppette e i cucchiai in ceramica decorata, i piccoli piattini per le salse e i bastoncini di legno. Un semplice pasto si trasforma in un momento di pura bellezza.

Certo quest'estetica viene un pò sacrificata sui tavolini dei mercati, dove le persone sono tutte sedute vicine su sgabelli mignon in plastica colorata, ma il risultato alla vista di tutta questa gente che gusta il pho già dalle sei di mattina è altrettanto pittoresco.

Per chi non lo sapesse il pho è una zuppa di noodle: brodo aromatico, cotto per ore con ossa di manzo e spezie, si mescola perfettamente con i noodle di riso, fettine di manzo tenero, germogli di soia e una generosa spruzzata di lime (ne esiste anche una variante di pesce e una tutta vegetariana).

Ma la cucina vietnamita, come quella italiana e come le altre cucine d'oriente, è un tripudio di colori, che comincia al mercato, dove le tantissime varietà di frutta e verdura, di carni e pesci, di cereali, riso e pasta inebriano i sensi e fanno venire voglia di assaggiare tutto.

E dopo la vista, l'olfatto...

I profumi della cucina vietnamita sono decisi, ma non particolarmente intensi, differentemente dalla cucina indiana le spezie sono usate ma in modica quantità e quindi l'odore è meno stucchevole, inoltre non è particolarmente diffusa l'abitudine di friggere.

Ma siccome nessun amore è perfetto, devo confessare che in Vietnam è presente un frutto dall'odore così nauseabondo che in altri paesi dell'Oriente (come la Thailandia) è addirittura vietato: il Durian, un grande frutto dalle grandi dimensioni e con una buccia esterna spinosa. Dicono che il suo odore ricordi quello delle uova marce e io non posso che confermare (forse anche di calzini usati e non lavati da molto tempo...).

 Ma vogliamo parlare del gusto...

Che si sia trattato dei banh mi, i panini vietnamiti, ovvero baguette, croccanti fuori e morbide dentro, farcite con carne marinata, paté, verdure in salamoia e coriandolo fresco, il tutto condito con una salsa leggermente piccante, o dei goi cuon (involtini primavera freschi, per nulla simili a quelli cinesi), o dei banh xeo, le crepes di riso croccanti farcite a piacere o dei famosi ravioli White Rose, ogni volta è stata una meravigliosa scoperta.

Ma la cosa che mi ha conquistata di più è stata la frutta esotica, primo fra tutti, il mango, che ho mangiato in tutte le fogge e ricette possibili!

Sì, ma volendo bere?

In Vietnam si bevono soprattutto juices, smoothies e bibite analcoliche, sconsiglio il vino (in questo non ci batte nessuno), sponsorizzo invece le birre locali che sono tutte interessanti.

Un discorso particolare va fatto per il caffè: quello vietnamita, puro e nero è terribile per noi italiani, ci sono poi mille varianti di aromatizzazioni, ma quello che merita il viaggio anche solo per assaggiarlo una volta nella vita è l'Egg-coffee, che praticamente è il loro cappuccino, una letterale GODURIA!... Lo si trova soprattutto ad Hanoi e scendendo fino al centro, mentre a sud è più difficile trovarlo.  Sa va sans dire che ho provato a rifarlo una volta in Italia ed è venuto buono - migliorabile - ma buono.

E adesso cosa mi rimane?

Tornata a casa ho cominciato a cucinare emulando piatti che mi ricordano il Vietnam, ho comprato coppe, coppette e cucchiai in porcellana, lo "steamed rice" ormai non manca mai in tavola e spesso sostituisce il pane. La vaporiera è sempre attaccata e le verdure stufate si susseguono. Cerco di non incentivare l'eccessivo consumo di prodotti importati e quindi solo di rado e in occasioni speciali mi concedo l'acquisto di un mango, che assaporo in religioso silenzio e occhi socchiusi.

Per chi se lo stesse chiedendo, è molto difficile trovare ristoranti vietnamiti in Italia. Per il mio compleanno sono stata - a sorpresa e a mia insaputa - portata a cena al ristorante "Vietnamonamour", che si trova proprio in centro a Milano, e posso dire che è molto fedele all'originale e buonissimo.

E se il cibo è nutrimento e mangiare bene e sano significa amare il proprio corpo, vi lascio con una frase del famoso monaco vietnamita Thich Nhat Hanh:

"La mattina quando vi alzate, fate un sorriso al vostro cuore, al vostro stomaco, ai vostri polmoni, al vostro fegato. Dopo tutto, molto dipende da loro." 





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