Draghi e il farisaico rispetto delle quote rosa

20.02.2021

Nel discorso programmatico tenuto dinanzi ai Senatori, parlando di parità di genere Draghi ha affermato che: "L'Italia presenta oggi uno dei peggiori gap salariali tra generi in Europa, oltre una cronica scarsità di donne in posizioni manageriali di rilievo. Una vera parità di genere non significa un farisaico rispetto di quote rosa richieste dalla legge: richiede che siano garantite parità di condizioni competitive tra generi. Intendiamo lavorare in questo senso, puntando a un riequilibrio del gap salariale e un sistema di welfare che permetta alle donne di dedicare alla loro carriera le stesse energie dei loro colleghi uomini, superando la scelta tra famiglia o lavoro."

Un modello che sa ancora di maschilismo

Sebbene sia da considerarsi positivo che il nuovo Capo del Governo italiano ponga al centro dei suoi programmi la riduzione dell'ormai endemica disparità di genere fra uomo e donna, penso ci siano due questioni cruciali da tenere ben presenti nel processo di miglioramento delle condizioni femminili, anche e soprattutto nel mercato del lavoro.

Le quote rosa sono necessarie più che "farisaiche" 

Tutti concordiamo che in una società in cui la valutazione sia basata sul merito piuttosto che su altri fattori,  le cosiddette "quote rosa" sarebbero una forzatura che altererebbe il normale processo di valorizzazione delle persone.

Ma questa non è la realtà dei fatti: la fortissima asimmetria di genere ancora presente in molti ambiti della nostra società dipende da fattori culturali che nulla hanno a che fare con il merito.

Ecco perché, in molti Paesi, come in Italia, si è dovuto passare attraverso provvedimenti, in genere temporanei, tesi ad equilibrare la presenza di uomini e donne nelle sedi decisionali, e sminuire questo traguardo raggiunto a seguito di dure lotte portate avanti dalle donne non è - a mio avviso - una buona partenza.

E' infatti grazie alle quote rosa che è aumentato il numero di donne presenti nei consigli di amministrazione ed in politica.

Il ruolo centrale dell'educazione

Il Professor Draghi auspica poi un "sistema di welfare che permetta alle donne di dedicare alla loro carriera le stesse energie dei loro colleghi uomini".

Assieme alla riduzione del gap salariale fra i due sessi, anche questa è sicuramente una priorità per sostenere la parità di genere.

Ma la vera rivoluzione che il Governo dovrebbe abbracciare senza se e senza ma è di tipo culturale, e parlare di welfare a sostegno delle donne è di nuovo una visione di tipo maschilista e patriarcale della famiglia.

Una società che esprime vera parità di genere si basa anche su una parità di ruoli all'interno della famiglia, il sostegno del welfare quindi non dovrebbe mirare alle mamme, ma alla famiglia nel suo insieme, dove anche i padri hanno un ruolo attivo nel quotidiano, tanto nella cura dei figli che nella gestione della casa.

Ed è dal sistema educativo che è necessario partire, affinché le nuove generazioni costruiscano nuovi modelli, superando quelli sessisti e ormai arcaici che con le nostre parole e i nostri comportamenti, noi generazione di oggi e di ieri rischiamo ancora di avvalorare.

Senza dimenticare poi che una visione più equilibrata di sé nei confronti dell'altro sesso da parte dei maschi, contribuirebbe sicuramente a ridurre il terribile fenomeno della violenza di genere, vera piaga della società italiana, che ci porta ormai quasi quotidianamente a leggere tragiche notizie di femminicidi.

Buon lavoro al neonato Governo.

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