Cosa c'entra Mick Hucknall con il muro di Berlino
Sto per fare una cosa da boomer: accendo lo stereo, apro lo slot del cd e vi adagio Nick Hacnall che seduto con le mani giunte è circondato da un cielo stellato. Richiudo il lettore, giro la manopolona dell'audio sul 12 (che con le mie super casse Bowers&Wilkins significa invitare all'ascolto anche i vicini) e schiaccio play, facendo un tuffo nei miei vent'anni.
"Too many hearts are broken
A lover's promise never came with a maybe So many words are left unspoken The silent voices are driving me crazy..."
9 novembre 1989
E' uscita due anni dopo quel 9 novembre 1989 questa canzone dei Simply Red ma per me - persona della Generazione X - i ricordi si sovrappongono e le emozioni fanno l'amore tra loro.
Oggi ricorre il trentacinquesimo anniversario dalla fatidica data in cui le due Germanie e il mondo intero hanno visto cadere quel terribile muro, mattone dopo mattone.
Ricordo le immagini alla tv, sono rimasta fino a notte inoltrata a guardare la gente che ammassata lungo le pareti di quel muro cantava, piangeva, si arrampicava, abbracciava amici, parenti e sconosciuti.
Tutti e tutte con il fiato corto, con la consapevolezza più o meno evidente che il mondo stava andando avanti, stava vivendo una trasformazione epocale.
E ripensare oggi a quei momenti mi fa ricordare quanto la storia sia davvero parte di noi e di quanto noi facciamo la storia, in ogni gesto, in ogni cosa detta o non detta, in ogni scelta fatta o non fatta.
Mi è capitato di dirlo a mia figlia proprio l'altro giorno, quando la mattina dopo le elezioni americane, alle 9.15 mi ha chiamata dall'Inghilterra e senza preamboli né saluti mi ha chiesto: "Mamma, mi spieghi come è potuto accadere che abbia vinto Trump?"
E penso che io nel 1989 avevo quasi la sua età e mi chiedo che cosa si ricorderà lei quando arrivata ai suoi cinquant'anni guarderà indietro al pezzo di storia che avrà percorso mentre sarà intenta a vivere la sua vita di donna.
Penso a quante emozioni passeranno attraverso i suoi anni - come è stato per me - che a quei tempi ero molto affascinata (Nina direbbe "sottona") da quel "rosso malpelo" che era Nick Hucknall: ero attratta da quei boccoli rossi così lunghi e selvaggi, fantasticavo intorno a quel rubino che si era incastonato su un dente e cantavo a sfinimento i versi di "Stars" usando la spazzola dei capelli come fosse il mio microfono.
Sognavo davvero di cadere dalle stelle, finire dritta tra le sue braccia e sentirlo sperando che capisse, mentre gli ripetevo:
"Stay a minute, can't you see that I
Wanna fall from the stars
Straight into your arms, I
I feel you, I hope you comprehend...!"