Amole lungo lungo…!

09.10.2024

Per me, prostituta di Saigon, le notti sono fatte della stessa quotidiana routine, di motorini che sfrecciano sulle strade trafficate e di incontri senza volto. 

Recito una parte che ormai conosco a memoria, avvicino i soldati e quando mi trovo faccia a faccia con qualcuno di loro, lo guardo dritto negli occhi e chiedo: "Tu vuole compagnia? Io faccio amole lungo lungo".

Stasera ho incontrato l'ennesimo militare, con gli occhi carichi di una sofferenza che non ho fatto fatica a riconoscere. Ho percepito una sorta di solidarietà di dolori che si incontravano per caso, per strada, per un momento. Senza altre domande, lo ho portato nella piccola stanza affittata a ore.

Lo ho fatto entrare, ho richiuso la porta dietro di noi e ho cominciato la solita, meccanica procedura di avvio ... lo ho fatto sedere sul letto, gli ho tolto le scarpe e sollevato le gambe, di modo che si mettesse comodo mentre gli offrivo il mio spettacolo, anzi il suo spettacolo, quello per cui mi aveva già pagata prima di salire.

In piedi, davanti a lui, ho cominciato a sfilare la gonna, le gambe leggermente divaricate, ho tolto gli slip rimanendo vestita solo nella parte sopra del mio corpo.

Mi sono girata e ho lasciato che ammirasse la merce che aveva appena acquistato.

Poi, con molta calma, ho sfilato la canottierina, i miei seni erano finalmente liberi di respirare, i capezzoli turgidi nell'umidità soffocante di Saigon...

Mentre i suoi occhi viaggiavano rapidi lungo il mio corpo, gli ho detto "No fretta soldato stanotte".

A questo punto lui si è seduto sul bordo del letto, le mani esitanti, guardandolo meglio quell'uomo mi è sembrato troppo giovane per avere il cuore già così pesante. 

Non c'è spazio per le parole nel mio lavoro, ma stasera ho avuto la netta percezione che non si sarebbe consumato solo un atto sessuale, ma che un dialogo avrebbe preso vita, non avevo ancora chiaro quale sarebbe stato il linguaggio utilizzato.

Ho cominciato a spogliarlo: prima la camicia, poi i pantaloni e finalmente i boxer; anche i miei occhi hanno iniziato a viaggiare lungo il suo corpo, soffermandosi sull'incavo tra le spalle e il collo, e scendendo lungo il petto, carezzando l'ombelico fino ad arrivare lì, dove il suo membro faceva intravvedere la passione e il desiderio che iniziavano a montare.

Ed è incominciato il dialogo attraverso una danza amorosa, non la solita distanza, non il solito vuoto... 

I suoi baci tra le mie gambe e le mie labbra in esplorazione del suo corpo, si sono raccontati come la guerra abbia devastato tutto: la mia terra, le anime dei soldati come lui, le nostre speranze.

Mentre mi accarezzava con una passione travolgente, mentre lo toccavo con desiderio, ci siamo riconosciuti come due esseri umani disperatamente in cerca di un frammento di umanità in un mondo di distruzione.

Quando finalmente ci siamo fusi in un corpo solo e il piacere è esploso, ci siamo dichiarati senza pudore il nostro enorme bisogno di sentirci visti da qualcuno e ci siamo regalati un momento di intenso calore umano.

...

Mentre ripenso a tutto ciò mi ripeto che nessuno sceglie davvero la guerra, nessuna sceglie davvero di vivere una vita come la mia e che a volte le persone rimangono intrappolate in circostanze più grandi di loro, e che forse stanotte sia io che il soldato triste riusciremo a dormire...


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